Planimetria generale

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Padiglione 3B (Unità di intervento A): Stato di fatto e ipotesi di riutilizzo

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Il Padiglione 3B, viene realizzato negli anni successivi al 1960, come espansione del Complesso espositivo e in prosecuzione del Padiglione 3, espressione di una ulteriore occupazione del parco retrostante. Il Padiglione presenta una struttura metallica che si sviluppa su un solo piano (tranne una porzione in muratura che accoglie i servizi igienici, su due piani) e l’accesso avviene mediante tre gradinate poggianti su terrapieno.
L’edificio, da sempre utilizzato come pista di pattinaggio, durante Torino 2006 fu completamente ristrutturato internamente perché destinato ad accogliere gli spogliatoi per la fase Olimpica. Da allora versa in uno stato di degrado ed abbandono, con problemi di obsolescenza e fatiscenza strutturale, e soggetto a episodi vandalici.

Trattasi di immobile non soggetto a vincoli urbanistici, di scarsa rilevanza architettonica, presenta uno stato di forte degrado, attualmente inutilizzato e inutilizzabile.
È ipotizzabile pertanto una completa demolizione a favore di una successiva ricostruzione, a seguito di un intervento progettuale compatibile con le prescrizioni urbanistiche vigenti. Garantendo così la possibilità di utilizzare l’intera volumetria disponibile e il considerevole sviluppo in altezza dell’edificio mediante: un eventuale abbassamento del piano terra fino al livello del piazzale antistante lato viale Boiardo (con conseguente eliminazione delle gradinate); la creazione di nuovi piani intermedi. Per superare i conseguenti sfalsamenti tra i piani terra dei Padiglioni 3 e 3B, attualmente complanari, sarà necessario garantire il collegamento con sistemi di rampe e scale.

I nuovi spazi potranno ospitare Laboratori e Aule utilizzate dai corsi di Laurea di Design e Comunicazione Visiva ed Ecodesign (spazi attualmente in uso presso la sede di Mirafiori) e altre funzioni attualmente svolte presso le sedi del Lingotto e della Cittadella Politecnica.
Le aule saranno equipaggiate per conferenze e lezioni in streaming; oltre alla presenza del wi-fi, tutti i banchi potranno essere cablati con rete forza e dati per l’alimentazione dei dispositivi elettronici e l’accesso alle reti Ethernet e Internet.

L’insediamento e l’accentramento dei Laboratori e dei gruppi di ricerca del Dipartimento di Architettura e Design, ora dispersi tra le diverse sedi del Politecnico, permetterebbe di avviare il Future Architecture and Design Center nel complesso di Torino Esposizioni Questo Centro di eccellenza offrirà un contributo cruciale, nel sistema di ricerca regionale, nazionale e internazionale, allo sviluppo delle capacità progettuali, creative, scientifiche e tecnologiche, necessarie a sviluppare il settore delle costruzioni, della produzione industriale e dei beni culturali.
Per raggiungere l’obiettivo di una leadership internazionale, è necessario realizzare una massa critica, unendo la conoscenza, l’esperienza, l’innovazione e le capacità dei diversi Laboratori e gruppi di ricerca. Il Centro integrerebbe aree interdisciplinari, con competenze e strumentazioni, per operare a scale diverse.

Il Centro rafforzerebbe, così, le attuali vocazioni del Dipartimento di Architettura e Design e del Politecnico di Torino a porsi in relazione con l’esterno, con il settore delle costruzioni, il sistema produttivo e quello culturale, gli enti locali, tramite iniziative formative e culturali, volte a favorire e diffondere una coscienza architettonica e ambientale, per offrire una chiave di lettura del mondo dell’architettura, per soddisfare la domanda sempre maggiore di beni culturali.
Uno spazio della progettazione e per la progettazione aperto, pluridirezionale, capace di proporre varie possibilità di fruizione e collaborazione, tramite avvicinamenti alle questioni dell’architettura e del territorio differenziati e, quindi, più stimolanti.

Area tecnologica (Unità di intervento A): Stato di fatto e ipotesi di riutilizzo

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L’Area retrostante la grande esedra circolare del Padiglione 2, prospettante su viale Boiardo, è una zona di servizio attestata su locali tecnici interrati.
Si ipotizza un intervento di demolizione dei manufatti esistenti e loro ricostruzione per realizzare le nuove centrali tecnologiche e l’impiantistica generale a servizio dell’intero Complesso di Torino Esposizioni, con relative sistemazioni esterne.

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La previsione di centrali comuni all’intero comparto consentirebbe una migliore e più agevole manutenzione degli impianti, garantendo economicità di tempi e costi.
È da prevedersi, di conseguenza, una ripartizione tra i diversi soggetti gestori delle varie porzioni del Complesso attuata con sistemi di contabilizzazione, ed un coordinamento degli aspetti gestionali e di controllo dell’impiantistica, mediante una rete di cablaggio strutturata dotata di efficienti tecnologie, anche per garantire condizioni di risparmio energetico.

Padiglioni 2, 2b, 4 (Unità di intervento B): Stato di fatto e ipotesi di riutilizzo

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Il progetto di Nervi del 1948 conserva tutte le caratteristiche compositive del Palazzo della Moda del 1938: il fronte principale con il vestibolo gigante; la rotonda e soprattutto il filtro tra la città e il parco: un giardino di 100×35 m (45 in origine) separato dal corso Massimo d’Azeglio con un porticato profondo 15 m (2b).

La volta del padiglione 2 (81 m di luce, 110 di sviluppo longitudinale) è data da archi solidarizzati, ciascuno costituito da 13 elementi prefabbricati in ferrocemento. Il senso di profondità di questo spazio è accentuato da enormi ventagli, anch’essi in ferrocemento, che raccordano 3 a 3 gli archi a ciascun pilastro. Le spinte della semicupola dell’abside con cui si conclude il grande salone sono contrastate da un grande frontone e dalla resistenza delle travi di bordo e dal solaio anulare piano. Anche la semicupola è ricavata dall’utilizzo di formelle in ferrocemento, qui a losanga (in 10 tipi diversi): le nervature della copertura furono gettate negli spazi residui delle losanghe.

La Città di Torino intende realizzare la nuova sede della Biblioteca civica centrale, all’interno dei Padiglioni 2, 2B e 4 di Torino Esposizioni, in Corso Massimo d’Azeglio 15.
Il progetto di ricollocazione della nuova Biblioteca civica centrale nello spazio di Torino Esposizioni parte da alcuni presupposti essenziali: il trasferimento, il rinnovo e il potenziamento della Biblioteca civica centrale costituirà l’elemento caratterizzante dell’intero complesso, assumendo tutte le valenze e le potenzialità attrattive di una moderna biblioteca pubblica, centro culturale e informativo, ma anche luogo d’incontro e socializzazione, facilmente accessibile ad utenti di tutte le età e di diverse condizioni e provenienze culturali e sociali, grazie alla crescita del potenziale informativo (anche multimediale), alla maggiore visibilità e capacità di attrazione, al comfort degli ambienti, alla compresenza con la sala teatrale, al maggiore raggio d’influenza.
Con una previsione di afflusso giornaliero di circa 5.000 visitatori e la presenza di 1.000.000 di volumi, in gran parte consultabili a scaffale aperto, la nuovabiblioteca, all’interno di uno spazio di circa 28.000 mq, si porrà a livello delle maggiori “sorelle” biblioteche pubbliche del mondo occidentale, in quanto è calcolata su una previsione di crescita per i prossimi 50 anni e su una fascia di utenza comprendente l’intera area metropolitana torinese.
Come avviene nel caso di analoghi organismi europei, la biblioteca rappresenterà per la città e per la sua regione un centro di incontro, di formazione e di scambio, costituendo un fulcro essenziale del territorio metropolitano; la vicinanza della Biblioteca al Teatro Nuovo consentirà un maggior arricchimento dell’offerta culturale del luogo. La vicinanza della Biblioteca a spazi di ristoro (Rotonda), a spazi espositivi e culturali (Padiglione 3), a spazi per attività didattiche (Padiglioni 1, 3b, 5) anch’essi facenti parte del più ampio comparto di Torino Esposizioni, rafforzerà la centralità del luogo, che potrà diventare spazio abituale di riferimento e di incontro. La vicinanza del Complesso di Torino Esposizioni al Parco del Valentino va ad arricchire ulteriormente la valenza dell’intervento, che assume in tal modo un più vasto respiro di carattere culturale-ambientale per la città.

Nell’ambito della riorganizzazione dell’intero servizio bibliotecario urbano,

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la realizzazione di una nuova sede per la biblioteca civica centrale deve poter garantire alla città, nel modo più funzionale, la disponibilità di quei servizi che oggi, per i limiti fisici dell’attuale sede di via della Cittadella, non sono offerti agli utenti con le modalità o nelle dimensioni ormai ordinarie per le biblioteche pubbliche di tutte le principali città europee:
– collocazione di una parte rilevante delle collezioni librarie in scaffali direttamente accessibili al pubblico;
– disponibilità di documenti multimediali ed elettronici;
– salette di studio per lavori di gruppo;
– sala conferenze attrezzata per teleconferenza e traduzione simultanea;
– numero adeguato di posti a sedere e di postazioni telematiche;
– spazio espositivo per i periodici correnti;
– spazi per l’esposizione delle nuove accessioni e per mostre temporanee.

Padiglioni 2, 2b, 4 (Unità di intervento B): La nuova Biblioteca

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Padiglione 5 (Unità di intervento C): Stato di fatto e ipotesi di riutilizzo

Il Padiglione 5 viene realizzato nel 1959 su un’area del parco che nelpg_assepo_planimgenerale_09

primo Novecento aveva ospitato il Laghetto dei pattinatori e che in quegli anni era sede del Galoppatoio della Società Ippica Torinese. Il padiglione è stato collegato al Salone B con un’ardita galleria sotterranea di 150 m, dotata di tapis roulant. Il progetto viene affidato dalla Società Costruzione e Impianti Fiat all’ingegnere Riccardo Morandi che ha trasformato il sito prescelto da Torino Esposizioni un luogo di sperimentazione della tecnica del cemento armato precompresso, tecnica utilizzata per realizzare questo salone molto ampio (143×69 m) con un’altezza di soli 8 m. La struttura e i suoi risvolti architettonici sono stati immediatamente recepiti dalla stampa disciplinare: è data da travi di 25 cm di spessore medio che si incrociano disegnando la volta e che appoggiano su 4 punti. Le travi sono ancorate con cavi di precompressione ai muri perimetrali inclinati e a due bielle anch’esse inclinate verso il centro della sala. La struttura concepita da Morandi genera 3 ambienti distinti: le due gallerie laterali comprese tra le bielle e i muri controterra e la grande sala voltata illuminata da una serie di lucernari visibili dall’area giochi ricavata nel parco soprastante. Dopo quasi quarant’anni di uso espositivo, nel 1996 la gestione del quinto Padiglione di Torino Esposizioni passa alla direzione della GTT che lo trasforma in un parcheggio.

Nel 1999 l’Amministrazione Comunale e GTT in accordo con l’Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti, concordano un utilizzo polivalente del quinto Padiglione: oltre alla funzione di parcheggio, ospita durante le festività l’allestimento di “Natale in Giostra” e viene utilizzato dalla Città per le attività preparatorie delle elezioni politiche.

L’interno del manufatto è caratterizzato dall’intreccio delle grandi travi in calcestruzzo armato che consentono di disporre di una pianta totalmente libera da presenze strutturali. In tal senso è auspicabile che l’intervento di recupero consenta di apprezzare il ritmo modulare scandito dalle travature ribassate, lasciando il più possibile la struttura a vista.

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Trattandosi di volume ipogeo, il manufatto ha problemi di illuminazione naturale: a parziale soluzione del suddetto vincolo è opportuno prevedere l’inserimento di aperture in copertura, in parte utilizzabili anche come vie di esodo da parte degli utenti.
Al contempo il corpo di fabbrica è più facilmente gestibile dal punto di vista del benessere ambientale interno, presentando volumi più contenuti, attenuati dall’altezza molto minore di quella delle altre grandi sale.

Con il presente intervento si intendono accentrare i servizi didattici e di studio individuale per i corsi di Laurea di Architettura attualmente svolti nel plesso della Cittadella Politecnica, in via Boggio.
I nuovi spazi potranno ospitare aule di media capienza (150 posti circa) attrezzate per svolgere laboratori di progettazione (atelier); tali spazi saranno equipaggiati per conferenze e lezioni in streaming; oltre alla presenza del wi-fi, tutti i banchi potranno essere cablati con rete forza e dati per l’alimentazione dei dispositivi elettronici e l’accesso alle reti Ethernet e Internet.

Padiglione 3 (Unità di intervento D): Stato di fatto e ipotesi di riutilizzo

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Il Padiglione 3, volume di pianta rettangolare, viene realizzato nel 1950, sullo spazio precedentemente occupato dal teatro all’aperto del Complesso. Si sviluppa su via Petrarca ed è caratterizzato da una volta a padiglione nervata, poggiante su quattro arcate inclinate.
È stato utilizzato in occasione nei Giochi Olimpici di Torino 2006 come Palaghiaccio.

Il Padiglione 3 è un contenitore spettacolare; con la sua ardita copertura, Nervi declina la scienza del c.a. come arte.

I solai perimetrali del Padiglione 3, coperto con una volta a padiglione (a sua volta generata da un sistema di nervature ricavate dal getto del cls tra losanghe in ferrocemento, come la semicupola del Padiglione 2), sono stati realizzati con travi ondulate in ferrocemento. I solai perimetrali del Padiglione 3, come quelli delle gallerie del grande Padiglione 2, sono stati concepiti da P.L. Nervi per assorbire i sovraccarichi accidentali della volta e ne costituiscono un irrigidimento lungo il suo perimetro. L’inclinazione dei 4 arconi che sostengono la volta corrisponderebbe alla sommatoria della spinte della volta, dell’arco e del solaio perimetrale.

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Il Padiglione 3 è uno spazio unitario di grandi dimensioni, caratterizzato dall’intreccio strutturale della volta e dei grandi archi ribassati in c.a.
Per garantirne la leggibilità e la chiarezza compositiva, l’ambiente deve restare percepibile nella sua completezza preservando l’unitarietà dello spazio.
L’ipotesi di riutilizzo dell’edificio ne prevede una riqualificazione degli spazi e una nuova vocazione culturale, mediante l’affiancamento alla più immediata funzione espositiva delle potenzialità derivanti dalla documentazione anche archivistica legata allo studio delle culture architettoniche ed urbane, compreso il fondo di Carlo Mollino, in collaborazione con la Biblioteca Centrale e la Sezione Archivi di Architettura.

Padiglione 1 (Unità di intervento E): Stato di fatto e ipotesi di riutilizzo

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Di forma rettangolare, è posto a lato del padiglione principale (il 2) ed il suo lato corto prospetta su Corso Massimo d’Azeglio dove è presente l’ingresso principale evidenziato da un ampio porticato a tutta altezza. Il Padiglione 1 è in concessione d’uso all’Università degli Studi di Torino, la quale ha nel 2009 promosso degli interventi atti a consentire il cambio di destinazione da padiglioni fieristici a sale per corsi didattici.

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L’edificio denominato Padiglione 1 rappresenta l’accesso privilegiato all’intero Complesso di Torino Esposizioni con il suo monumentale vestibolo d’ingresso.

L’ipotesi di riutilizzo prevede un intervento di ristrutturazione rispettoso della struttura originaria, con una destinazione d’uso ad attività culturali / didattiche.

Il fabbricato, data la particolare tipologia e conformazione architettonica potrebbe ospitare attività assimilabili a quelle didattiche attualmente in uso, nonché attività a carattere culturale, da svolgersi eventualmente in sinergia tra la Nuova Biblioteca Civica e gli Atenei Universitari.

Teatro Nuovo (Unità di intervento F): Stato di fatto e ipotesi di riutilizzo

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L’edificio denominato Teatro Nuovo è uno dei pochi del Complesso a non aver subito modifiche rispetto alla originaria visione progettuale.
È un volume di pianta rettangolare con accesso tramite portico da Corso Massimo d’Azeglio e sviluppo longitudinale su via Petrarca, su cui svetta la Torre Scenica.
Il Teatro Nuovo è in concessione d’uso alla Fondazione Teatro Nuovo Torino.

Il complesso del Teatro ospita al piano terra servizi di accoglienza, biglietteria, caffetteria e tre sale teatrali agibili contemporaneamente e attrezzate anche come cinema e centro congressi.

Il piano primo è riservato al Liceo Teatro Nuovo (con gli indirizzi Artistico, Coreutico e Teatrale); a questo piano sono presenti uffici, sale prove, laboratori, biblioteca, dieci aule – palestre attrezzate, spogliatoi, sala medica, sala massaggi.

L’edificio, pur ospitando un’attività in atto, registra scarsi interventi di manutenzione e messa a norma di strutture, impianti e attrezzature.

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Il Fabbricato necessita di un intervento di recupero, di riqualificazione, di messa a norma e di messa in sicurezza.
Uno scenario percorribile sarebbe il rafforzamento delle attività in atto, sviluppando le potenzialità delle sale a pianterreno e prevedendone un uso congiunto in relazione alla localizzazione delle nuove attività del polo culturale nel Complesso di Torino Esposizioni.
L’ipotesi di intervento prevede la destinazione d’uso dell’edificio ad attività di carattere culturali, in linea con la sua vocazione prevalente.

La Rotonda (Unità di intervento G): Stato di fatto ed ipotesi di riutilizzo

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La Rotonda è il ristorante panoramico a pianta circolare, che risale all’originario progetto di Sottsass. Per l’edificio si prevede un intervento di ristrutturazione, a carico di soggetti privati, ed il mantenimento della attuale destinazione d’uso.

Area antistante (Unità di intervento H): Stato di fatto e ipotesi di intervento

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Per l’Area antistante il Complesso di Torino Esposizioni, prospettante Corso Massimo d’Azeglio, si prevede un intervento a carico di soggetti privati, da eseguirsi presumibilmente con la forma della Concessione di Lavori Pubblici, per la realizzazione di un parcheggio interrato di 2 o 3 piani, con la relativa sistemazione esterna funzionale alle esigenze della nuova Biblioteca civica centrale e dell’intero Complesso di Torino Esposizioni.
Nel piazzale antistante la Biblioteca occorre prevedere idonei spazi per il parcheggio dei pullman di comitive, oltre a un’area per la sosta temporanea nelle vicinanze dell’ingresso.
Occorre prevedere un adeguato spazio per il posteggio di biciclette, eventualmente suddiviso in più zone, nelle vicinanze dell’Atrio; tale spazio deve essere integrato con la sistemazione dell’area antistante.
Occorre prevedere un numero complessivo di circa 400 posti auto che potranno trovare posto in parte nelle area esterne, a piano terra, e in parte in detti nuovi spazi interrati, per i quali occorre prevedere apposite rampe di accesso e collegamenti con la superficie esterna, secondo i vincoli della normativa di settore.
La progettazione dell’autorimessa interrata, delle rampe di accesso, delle bocche di ventilazione, del manufatto in genere deve armonizzarsi con gli spazi esterni da risistemare a giardini pubblici e con il complesso architettonico preesistente e deve prevedere una copertura in terreno vegetale della profondità di 1,5 m.

Spazi all’aperto
Occorre prevedere spazi esterni per diverse funzioni:
· spettacoli all’aperto;
· giochi e attività di laboratorio possibilmente in prossimità della sezione ragazzi;
· aree di lettura informale all’aperto, possibilmente in corrispondenza delle sale di lettura.

Giardini Pubblici
Nel progetto occorre prevedere nuove aree verdi, con relative circolazioni pedonali, arredi e zone per il posteggio delle biciclette.

Prospetto riassuntivo: unità di intervento Comune di Torino – Politecnico di Torino

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Interventi connessi

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POSSIBILI FONTI DI FINANZIAMENTO:
• Fondi Strutturali Europei
• Fondi propri
• Sponsorizzazioni
• Ulteriori Fondi privati (Concessione di lavori pubblici – aree parcheggio; ecc.)
• Post Olimpico – Legge n° 65/2012 e s.m.i. “Disposizione per la valorizzazione e la promozione turistica delle valli e dei comuni montani sede di siti dei Giochi olimpici invernali -Torino 2006- per interventi di manutenzione straordinaria e riqualificazione degli impianti”
• Finanziamenti MIUR

LEGENDE:
** VALORE TOTALE DI INTERVENTO IPOTIZZATO:
Il valore complessivo ipotizzato comprende il costo di costruzione/ristrutturazione dei singoli comparti, oltre alle spese tecniche, imprevisti, somme a disposizione e I.V.A. (per un totale stimato del 25%).

N.B. VALORIZZAZIONE:
La dismissione dell’edificio di via della Cittadella, sede attuale della Biblioteca Civica Centrale con successiva trasformazione a carico di soggetti privati, determina una valorizzazione economica a favore della Città di Torino stimata ipoteticamente variabile da un minimo di 3.000.000,00 € ad un massimo di 5.000.000,00 €.