Esito del grande cantiere che ha interessato il Castello nel 1858 in occasione della Sesta Esposizione nazionale dei prodotti di industria, nonché dei lavori successivi ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, la Stanza dei Gigli è caratterizzata da un’insistente presenza del motivo del giglio, simbolo araldico della duchessa di Francia, e dalla bicromia bianco-oro originaria. La tappezzeria in carta dipinta, restaurata sul finire del Novecento, si deve a un progetto decorativo del 1924 di Giovanni Vacchetta. L’immagine precedente è nota dagli inventari seicenteschi e da relazioni e disegni settecenteschi che restituiscono la decorazione realizzata da Isidoro Bianchi e dai sui collaboratori.
La soluzione decorativa barocca si legge nell’articolazione della volta con spicchi triangolari agli angoli e riquadrature rettangolari sopra alle pareti. All’interno, il primo disegno degli stucchi e la posizione dei putti e delle anfore seicentesca è restituita dagli schizzi di Leonardo Marini, nominato architetto e decoratore dei Regi Palazzi nel 1775. A fine Settecento, il centro della volta, ora non più esistente, è descritto come un grande quadro «a figure naturali». La fascia di raccordo tra pareti e volta, invece, è forse ancora quella realizzata dagli artisti di Campione che hanno sviluppato una sequenza ininterrotta di putti che giocano, all’interno di un unico ambiente, intrecciando gigli e nastri scritti con versi in italiano e in francese.