Primo collegamento tra l’appartamento meridionale e la terrazza che raccordava il padiglione verso il Po a quello verso Torino, il Gabinetto dei Fiori indorato è caratterizzato da una decorazione diversa da quella delle altre stanze, priva di affreschi, realizzata prevalentemente in stucco dorato lavorato in modo da rendere diversi piani in profondità. L’effetto prospettivo è reso evidente soprattutto nelle pareti est e ovest, quelle verso l’appartamento della duchessa e verso l’esterno, dove è disegnata in prospettiva la pavimentazione a finti riquadri in cotto che richiamano quelli dell’originaria pavimentazione di tutto il piano nobile.
Motivi vegetali, a fiori e racemi, sono sapientemente disposti in un disegno unitario in cui si leggono anelli che alludono al vincolo matrimoniale tra Vittorio Amedeo e Cristina, raffigurati più volte anche nei rispettivi simboli araldici, la rosa di Cipro e il giglio di Francia. Arricchita da interventi successivi, la decorazione è completata da «otto specchi inseriti nella muraglia», incorniciati da nastri e girali di acanto. Documentati già da un inventario del 1644, sono stati ricollocati nel corso dei restauri degli ultimi anni del Novecento quando è stata riportata in luce la pavimentazione in cocciopesto originario.