Architetti

Carlo di Castellamonte

Figlio di Cesare conte di Castellamonte della linea di Cognengo, Carlo nasce a Castellamonte, in Canavese, nel 1571 e si spegne a Torino nel 1641. Aristocratico piemontese professionalmente attivo in architettura, collabora con Ascanio Vitozzi (1539-1615), ingegnere militare a servizio del duca di Savoia, impegnato nella costruzione della capitale. I suoi primi lavori, accanto a Vitozzi, gli permettono di sviluppare una solida esperienza che gli consentirà di misurarsi con progetti per grandi fabbriche, incarichi spesso alternati alle commissioni per ville, palazzi, chiese e cappelle.

Ingegnere militare, Luogotenente Generale di Artiglieria, si occupa di fortificazioni realizzate nei territori del ducato sabaudo, dalla Savoia al Piemonte alla contea di Nizza, lavorando a nuove edificazioni o a perizie di valutazione dell’esistente. Le carte d’archivio documentano la presenza di Carlo ad Asti, Acqui, Verrua, Avigliana, Demonte, Vercelli, Trino, Santhià, un lungo elenco di luoghi in cui figurano, ripetute, anche Nizza e Montmelian. Architetto, firma le chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini a Torino dove segue anche i cantieri delle residenze sabaude di Mirafiori (non più esistente), Rivoli, Moncalieri e del Valentino, per cui sigla la prima trasformazione in maison de plaisance.

Nella capitale partecipa ai lavori, prima coordinati da Vitozzi, per la trasformazione della zona centrale della città, occupandosi della Città nuova, primo ampliamento verso meridione qualificato, al centro, da piazza San Carlo, poi compiuta dal figlio Amedeo.


Amedeo di Castellamonte

Amedeo di Castellamonte, figlio di Carlo, nasce a Torino nel 1613 e vi muore all’età di settant’anni, nel 1683. Avviato agli studi giuridici, conseguita la laurea in legge, si avvicina subito all’architettura, formandosi a Roma e a Torino dove, accanto al padre, segue i più importanti cantieri sabaudi, diventando poi l’architetto prediletto da Carlo Emanuele II. Molti sono i ruoli di prestigio assunti da Amedeo, nominato Ingegnere ducale nel 1639, Architetto di Sua Altezza nel 1646, Sovrintendente Generale delle Fabbriche e Fortificazioni e Consigliere di Stato nel 1659, Luogotenente Generale di Artiglieria nel 1667 e Primo Ingegnere di Sua Altezza Reale nel 1678.

La sua attività si estende dal disegno della Città nuova orientale, verso il Po e la collina, a non pochi cantieri militari, ad architetture civili e religiose e alla nota Reggia di Diana, la palazzina di caccia costruita a Venaria Reale, tracciata come parte di un unico progetto comprendente il borgo, il palazzo e i giardini. Alcune opere sono attuate in collaborazione con il padre Carlo o proseguendo il suo impegno. È il caso del palazzo del Valentino in cui Amedeo completa il pavillon-système francese innalzando due nuovi padiglioni verso la città, più bassi di un piano rispetto alle torri sul Po, raccordati da portici terrazzati a un solo piano in forma di esedra semicircolare.


Domenico Ferri

Domenico Ferri nasce a Serra Malvezzi, in provincia di Bologna, da Giovanni e Giovanna Gulini nel 1795. Allievo di Francesco Cocchi e Antonio Basoli all’Accademia di Belle Arti di Bologna, inizia la sua carriera al Teatro Comunale della stessa città, diventando poi «peintre décorateur» al Theâtre Royal Italien di Parigi, carica che mantiene dal 1828 al 1851. Alla metà del secolo è chiamato da Vittorio Emanuele II a Torino per assumere l’incarico di insegnante all’Accademia Albertina di Belle Arti e di decoratore dei Reali Palazzi, succedendo a Pelagio Palagi.

Alle prime commissioni ufficiali per il restauro e la decorazione del castello di Moncalieri e dell’appartamento di Madama Felicita nel Palazzo Reale di Torino, seguono interventi in alcuni ambienti della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Nel 1857 progetta l’ampliamento del Castello del Valentino, voluto da Cavour come sede della Sesta Esposizione nazionale dei prodotti di industria e, nel periodo dell’Unificazione nazionale, si occupa della nuova aula per il Parlamento italiano a Palazzo Carignano.

Negli anni Sessanta lavora a Torino, responsabile del rifacimento dello scalone di Palazzo Reale, e in Toscana, dove è presente nelle ville di Poggio a Caiano, di Petraia e di San Rossore, luoghi di residenza e villeggiatura sabauda dal secondo Ottocento. Ferri si spegne a Torino il 7 giugno 1878.


All’indomani delle trasformazioni attuate in occasione della Sesta Esposizione nazionale dei prodotti di industria, molti sono i nomi degli ingegneri e degli architetti, perlopiù legati alla scuola politecnica torinese, che firmano progetti per il Castello del Valentino, proponendo soluzioni capaci di rispondere alle necessità dettate dalla ricerca e dalla didattica del Politecnico di Torino.