Un’articolata sequenza di stucchi bianchi orna il Gabinetto d’Ercole, originario collegamento tra l’appartamento e la terrazza affacciata sulla corte e sull’area a nord del palazzo assegnata, nei primi decenni del Settecento, all’Orto Botanico. Gli stucchi bianchi, estesi su tutte le pareti e sulla volta, articolano una serie di riquadrature geometriche che si aprono da un ovale centrale e si raccordano, attraverso una serie di putti, ai riquadri entro cui si riconoscono le fatiche di Ercole, soggetti cui il gabinetto deve il suo nome.
Interventi successivi hanno modificato la struttura muraria dello spazio, anche con la chiusura di una porta, ma nei pannelli in stucco bianco si riconoscono ancora le scene di Ercole con il leone Nemeo, con il toro di Creta, la cattura di Cerbero e l’Idra di Lerna.